Soft skills, diversity & inclusion, centralità dei candidati. Sono alcuni dei grandi trend che caratterizzeranno il mondo del recruiting nel 2025. Al centro di tutto: l’intelligenza artificiale. Molto più di una semplice tecnologia secondo Enrico Ariotti, founder di nCore: «L’AI è un vero e proprio strumento relazionale che aiuterà le risorse umane a fronteggiare i cambiamenti repentini e imprevedibili del lavoro del futuro».
Prima regola: tratta l’AI come se fosse il tuo miglior collega.
Secondo Ariotti, un approccio umanocentrico all’intelligenza artificiale aiuterà a sfruttarne appieno le sue potenzialità. Ciò significa, quindi, non limitarsi solo alla definizione del miglior prompt o all’ingegnerizzazione di nuove soluzioni, ma collaborare con l’AI per riuscire a innovare – davvero – il mondo del recruiting. «Dobbiamo andare oltre il perimetro dei processi e immaginare ciò che ancora non esiste. Se adotteremo un approccio di questo tipo, riusciremo a finalizzare meglio i nostri matching per un recruiting più efficiente e inclusivo» – sollecita Ariotti.
«Personalmente – continua – sono molto ottimista rispetto a questa tecnologia e sono certo che ci aiuterà moltissimo. L’Europa sta regolamentando molto, ed è corretto farlo, ma non dobbiamo finire nell’angolo. Dobbiamo avere un perimetro comune entro il quale agire in modo chiaro. Se non lo faremo, potremo rischiare di perdere una grande opportunità». Del resto, la decrescita demografica espone già oggi molte imprese di fronte al cosiddetto talent shortage, la scarsità dei talenti. Un problema che nei prossimi decenni rischia di ampliarsi ulteriormente. «In questo scenario – assicura il founder – la tecnologia potrà esserci di grande aiuto».
Seconda regola: usa l’AI per riequilibrare il mercato.
In un mondo del lavoro in cui la diversità è ancora troppo spesso un ostacolo, proprio l’AI potrebbe consentire di fare un salto verso una maggiore inclusività. Va in questa direzione una delle nuove funzionalità che nCore rilascerà proprio a inizio 2025: la possibilità di creare annunci di lavoro inclusivi. «Le parole che utilizziamo nelle job description in molti casi sono viziate da bias, anche involontari. Questi bias arrivano ai candidati e possono alterare il buon esito di una selezione» – ammette Ariotti.
Numerose ricerche dimostrano infatti che soprattutto le donne e le categorie minoritarie scontano una genderizzazione degli annunci di lavoro che rischia di discriminarle. Questa funzionalità consentirà di abbattere molti dei pregiudizi che implicitamente passano attraverso gli annunci di lavoro, creando job description effettivamente inclusive. «La scrittura di annunci di lavoro con parole “gender neutral” sarà facilitata dall’AI, agevolando moltissimo chi si occupa di HR e generando un impatto rilevante sull’intero mercato del lavoro» - assicura Ariotti.
Terza regola: rimetti (davvero) al centro le soft skills.
Da tempo si parla di soft skills, eppure l’impressione è che la vera rivoluzione delle competenze soft debba ancora iniziare. E sarà proprio l’AI ad accelerare il percorso. «La nostra piattaforma consente di fare un assessment in soli cinque minuti, identificando i tratti principali del candidato. A seguire, l’AI può porre ulteriori domande attraverso una video intervista, realizzata in conformità alle normative previste dall’AI Act» – chiarisce Ariotti. Questa modalità consente di valutare in maniera immediata se alcuni tratti del candidato sono coerenti rispetto alla posizione da ricoprire o meno.
Non solo: tutto ciò amplifica il numero di ranking disponibili. Ogni candidatura, infatti, potrà essere valutata in base all’esperienza della persona, in base alle sue competenze tecniche o in base alle sue attitudini. Il tutto, ragionando in forma anonima, così da evitare ogni tipo di pregiudizio. «È una rivoluzione straordinaria, perché garantisce maggiore coerenza rispetto alle esigenze delle aziende e, al tempo stesso, alimenta una banca dati dei profili selezionati, allungando la vita del talento valutato» – fa notare l’imprenditore. Se un domani l’azienda dovesse avere bisogno di una persona con determinate caratteristiche, infatti, dovrà semplicemente interrogare il software per ritrovare il candidato più in linea. E nessuna selezione andrà persa.
In definitiva, il 2025 sarà l’anno del capitale umano: attrarre persone di talento, selezionarle, coltivarle, mantenere un contatto diretto con loro, sarà la missione che, più di tutte, vedrà impegnato chi si occupa di risorse umane. Con un alleato in prima linea: l’Intelligenza Artificiale.