Se fare il lavoro dei sogni è una fortuna per pochi, oggi sempre più persone però sono disposte a scartare offerte di lavoro interessanti se queste provengono da realtà che non godono di una buona reputazione come datore di lavoro, ossia che hanno uno scarso livello di employer branding. Col termine employer branding si identifica la capacità di un marchio di essere attrattivo sul mercato del lavoro, e più è rilevante più le aziende hanno la capacità di conquistare i migliori talenti e trattenerli all’interno della propria organizzazione. Secondo uno studio realizzato da LinkedIn, infatti, il 75% di chi cerca lavoro valuta l’employer branding della società prima di rispondere all’offerta e l’83% dei lavoratori lascerebbe il proprio posto di lavoro qualora ricevesse un’offerta da un’azienda con un più alto employer branding.
Con la carenza di competenze in atto, acuita dalla spinta verso digitalizzazione (sono oltre 73mila i posti di lavoro non ricoperti per mancanza di lavoratori qualificati stando a quanto rileva un’analisi Inapp – Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) è facile comprendere come le Risorse Umane si trovino davanti ad una delle più grandi sfide di sempre: trovare, attrarre, reclutare e trattenere i candidati più promettenti in un contesto in cui la competizione tra organizzazioni è altissima perché su questo campo di gioco si decide quale realtà sia destinata a crescere e quale a scomparire.
I vantaggi di un efficace employer branding per l’HR
Creare un forte employer branding dovrebbe essere dunque una priorità per le aziende, non solo perché le distinguerà dalla concorrenza nella lotta per l’acquisizione dei talenti, ma perché ciò genererà una serie di altri vantaggi rilevanti che andranno a ricadere su tutta l’organizzazione. Vediamo i principali.
Risparmio di costi e tempi nel recruiting. Identificarsi come un ottimo datore di lavoro, oltre a rendere il marchio più attraente per i potenziali candidati che risponderanno rapidamente agli annunci pubblicati senza bisogno di prolungarli nel tempo investendovi anche denaro, fa sì che gli stessi dipendenti interni all’azienda siano più inclini a suggerirla ad altri professionisti dando vita a una community di talenti pronta da cui attingere. E meno tempo investito nell’acquisizione delle candidature significa più tempo a disposizione per dedicarsi alla selezione delle migliori risorse.
Migliora la produttività. Lavorare sull’Employer Branding significa rendere l’azienda un posto in cui i dipendenti sono felici di impegnarsi. Lo sviluppo di percorsi di carriera, l’investimento in formazione, l’offerta di benefit, l’attenzione per il benessere organizzativo sono tutti ottimi modi per incoraggiare il morale dei dipendenti e dipendenti più soddisfatti realizzano migliori performance.
Migliora il livello di retention. Candidate experience e employee experience soddisfacenti aumentando il livello di retention aziendale, ossia la capacità di un’organizzazione di trattenere i dipendenti al proprio interno, con una conseguente diminuzione dei costi altissimi legati al turnover.
Migliora la customer experience. L’Employer Branding può influenzare notevolmente l’attività di un’impresa perché migliori talenti saranno in grado di rispondere meglio alle esigenze dei clienti, come, viceversa, dipendenti mediocri, poco motivati e poco connessi col marchio possono mettere a rischio la customer experience.
Employer branding: HR in prima linea grazie ai software ATS
Tra gli strumenti di Employer Brand Positioning di cui gli HR manager possono avvalersi per conquistare la definizione di Employer Of Choice, ossia luogo di lavoro ideale per dipendenti e candidati, un ruolo strategico ricoprono gli ATS – Applicant Tracking System, i software per il recruiting online. La candidate experience, infatti, parimente con ciò che viene detto dell’azienda sui social media e dai dipendenti, può avere un forte impatto sull’Employer Branding: un candidato soddisfatto, indipendentemente dall’esito del percorso di selezione, sarà predisposto a consigliare l’azienda ad altri potenziali candidati e sarà anche più probabile che diventi un cliente se sente di essere stato trattato bene.
Esistono dunque alcune funzionalità negli ATS recruitment system personalizzabili di ultima generazione che consentono di offrire un’elevata candidate experience. Vediamo le principali.
È stato ampiamente verificato come la più grande frustrazione dei candidati è quella di non ricevere notizie da un’azienda dopo che la loro domanda è stata presentata, la seconda frustrazione è non conoscere i passaggi e le tempistiche successive. Un software ATS consente di preimpostare risposte automatiche personalizzate anche col nome del candidato per comunicare l’esito dello step nel ciclo di assunzione e le indicazioni per le eventuali fasi successivi. Stop dunque alle attese infinite, spesso senza alcun riscontro.
Software ATS evoluti consento la personalizzazione anche dal punto di vista grafico del portale dei candidati interno all’azienda integrandolo col sito web istituzionale e i canali social di modo da creare un’esperienza unica e fluida senza soluzione di continuità tra un ambiente ed un altro dove si muoverà il candidato nella sua fase di ricerca informazioni sull’organizzazione.
Considerando l’importanza raggiunta oggi del social recruiting, sia per veicolare le posizioni aperte sia per candidarsi in modo semplice e veloce, è immediato intuire come un software ATS integrato coi social media aiuti a creare una candidate experience più friendly e immediata rispetto alla compilazioni di lunghi moduli in ambienti web diversi dai social.
Last but not least, un ATS software aiuta a gestire al meglio la fase di onboarding predisponendo l’invio di documentazione informativa, l’abilitazione ai servizi online come banalmente la posta elettronica, e in generale preparando il candidato all’ingresso in azienda, il quale così non si sentirà abbandonato dalla firma del contratto sino al primo giorno di effettivo lavoro, cosa che spesso succede, sviluppando già in questa fase employee engagement.