La pandemia da COVID-19 e il processo di digitalizzazione
Negli ultimi anni molti settori sono stati toccati da una profonda trasformazione digitale, intensificata soprattutto dalla pandemia da Covid-19. Se prima la modalità da remoto era vista come una misura d’emergenza, adesso è diventata un vero e proprio strumento di modernizzazione.
Il processo di digitalizzazione non si è arrestato con la fine della crisi sanitaria anzi, questa ha contribuito alla sua accelerazione: in uno studio di Markets and Markets pubblicato a febbraio 2022, è stato previsto che le spese per la digitalizzazione passeranno da 521 a 1.250 miliardi di dollari, a livello globale, entro il 2026.
Questo processo di trasformazione ha toccato, in misure e modi differenti, tutti i livelli e i reparti aziendali, in particolare il settore dell’HR. Come si legge da un articolo di Osservatori.net, per il 73% dei Direttori HR il proprio ruolo è diventato più strategico agli occhi del top management e il 91% è pronto ad affrontare i cambiamenti di digitalizzazione. Essendo le risorse umane uno dei reparti aventi grande impatto nella vita delle realtà aziendali, è importante che rimanga al passo con i cambiamenti socioculturali e le nuove tecnologie. Di conseguenza, l’apertura verso nuovi metodi e approcci, ma soprattutto verso nuovi strumenti digitali, risulta essenziale.
Settore HR e digitalizzazione: recruiter alle prese con le trasformazioni digitali
Tra le varie aree dell’HR tech attraversate da una trasformazione sempre più evidente, troviamo quella del recruiting. La remotizzazione dei processi di selezione del personale è diventato un approccio sempre più diffuso. Nonostante la trasformazione digitale sia stata fondamentale, i risultati di una ricerca dell’Osservatorio HR Innovation Practice di Osservatori.net nel 2021, ha stimato che soltanto il 27% dei recruiter è riuscito a garantire continuità nello svolgimento del proprio lavoro.
Un altro fenomeno critico è stato sicuramente quello della great resignation: nonostante i forti investimenti sull’employer branding, oltre 1 recruiter su 3 ha faticato nel trattenere e attrarre dipendenti nella propria azienda. Questi cambiamenti, quindi, rappresentano una grossa sfida per molti recruiter, abituati a seguire prassi e procedure consolidate negli anni. Il mutamento delle società richiede un mutamento di prassi: è fondamentale quindi individuare e abbracciare nuovi metodi e strumenti per riuscire a rimanere al passo con le dinamiche e le future logiche del mondo del lavoro. Ecco perché l’adozione di nuove tecnologie è diventata un passaggio obbligatorio per non rimanere indietro.
I vantaggi del remote recruiting: strategia, risparmio e ottimizzazione
I vantaggi del recruiting da remoto sono molteplici, sia per i recruiter che per le aziende. Innanzitutto, i recruiter stessi riescono a godere di una maggiore flessibilità nel loro lavoro, incrementando il loro livello di benessere e di engagement. In un’epoca in cui il lavoro da remoto è percepito come una modalità competitiva nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche i professionisti dell’HR meritano di trarne vantaggio.
Sempre in vista della diffusione delle modalità di lavoro ibride o full-remote, la possibilità di svolgere l’intero percorso di selezione anche a distanza può rappresentare un vantaggio significativo nell’acquisizione di talenti. Un processo di recruiting interamente remotizzato può essere, ad esempio, un elemento chiave nell’attrarre specifici profili professionali.
La remotizzazione del recruiting non riguarda solo la flessibilità e l’attrazione dei talenti, ma è anche un valido alleato nel rispondere alle sempre più urgenti tematiche sociali. Le tecnologie di oggi ci consentono di ridurre il nostro impatto ambientale limitando, ad esempio, l’utilizzo della carta o gli spostamenti non necessari, riducendo il consumo di CO2.
Un altro vantaggio derivante dalla digitalizzazione è la gestione più efficiente dei dati personali. L’enorme crescita della tecnologia e la diffusione dei dati personali hanno sollevato questioni cruciali sulla privacy e la sicurezza delle informazioni che ogni giorno ciascuno di noi fornisce. Grazie a una migliore tracciabilità e all’automatizzazione delle operazioni di conservazione ed eliminazione delle informazioni, le aziende possono gestire i dati in modo sicuro e conforme alle norme di GDPR.
La remotizzazione dei processi di recruiting offre, inoltre, un notevole risparmio di tempo oltre che di risorse e produce performance migliori in termini di utili e profitti.
Questo perché con l’aiuto di strumenti digitali appositi, le operazioni diventano più efficienti, si riduce il margine di errore umano e vi è un maggior controllo dei processi interni all’azienda. Nei casi di aziende con diverse filiali o multinazionali, la remotizzazione e la digitalizzazione permettono di stabilire processi unificati, una volta che il flusso di lavoro è stato definito e implementato. I software e gli strumenti digitali sono facilmente accessibili a tutti i dipendenti, questo semplifica la gestione e garantisce omogeneità nell’applicazione di procedure. Per arrivare a questo, negli ultimi anni, infatti, molte aziende attivano percorsi di re-skilling digitale per i propri dipendenti, investendo in formazione per ottenere un ritorno in termini di produttività.
nCore HR per il recruiting da remoto
Il recruiting da remoto è reso possibile grazie a strumenti digitali innovativi che consentono di lavorare da qualsiasi luogo, arginando la necessità di essere fisicamente in ufficio. Questi strumenti offrono una vasta gamma di funzionalità, inclusa la possibilità di collaborare con i colleghi senza interruzioni. Ad esempio, l’utilizzo di un ATS (Applicant Tracking System) facilita la condivisione delle informazioni all’interno dei team di recruiting. Tutti i dati, come le note sui candidati o la cronologia delle azioni, vengono salvati in modo sicuro nella piattaforma migliorando la praticità ed evitando la dispersione delle informazioni su diversi canali.
Inoltre, coinvolgere i manager nel processo di selezione diventa più immediato e intuitivo grazie a strumenti come nCore HR. È possibile condividere rapidamente con i manager i profili dei candidati, consentendo loro di visualizzare le informazioni in tempo reale in modalità streaming senza la necessità di scaricare file sui propri dispositivi. Oltre alla visualizzazione di informazioni, hanno la possibilità di lasciare valutazioni o note direttamente visualizzabili dai recruiter all’interno del profilo del candidato, centralizzando ulteriormente la comunicazione. Inoltre, è possibile impostare flussi di approvazione per ottenere l’autorizzazione del manager per la pubblicazione di posizioni lavorative o per l’assunzione di un candidato al termine del processo di selezione. Tutte queste interazioni avvengono all’interno dello stesso software, semplificando la comunicazione e consentendo una gestione centralizzata. Infine, i manager riescono ad avere sotto controllo diversi aspetti dell’andamento della selezione grazie ad un’apposita sezione dedicata alle statistiche. I recruiter non hanno più bisogno di creare report e i manager possono accedere alle statistiche in qualsiasi momento.
Il recruiting da remoto semplifica anche la comunicazione con i candidati. Grazie agli strumenti innovativi implementati, è possibile organizzare video colloqui live direttamente sulla piattaforma, come nel caso di nCore HR. Tutte le informazioni sul candidato sono visualizzabili in un’unica schermata e le note e gli appunti possono essere aggiunti direttamente al suo profilo. Inoltre, la raccolta di documenti come la lettera di assunzione diventa più efficiente, consentendo la richiesta e la firma digitale dei documenti, che vengono poi salvati in modo sicuro all’interno della piattaforma.
Per concludere
Ecco qualche consiglio pratico su come coinvolgere il proprio manager all’interno del processo di selezione da remoto:
- Definire chiaramente i ruoli all’interno dell’azienda, stabilendo chi è responsabile della pubblicazione delle posizioni e chi deve autorizzarla.
- Definire in anticipo tutte le fasi del processo di selezione, in modo da comprendere quando è necessario e strategico l’intervento del manager.
- Mantenere sotto controllo le tempistiche durante il processo di selezione, al fine di garantire un’esperienza fluida per i candidati e sollecitare i manager quando necessario.
- Assicurarsi che la condivisione dei dati avvenga sempre nel rispetto delle normative sulla privacy, come il GDPR. I software e gli strumenti digitali facilitano il controllo dei dati e la gestione della conservazione e dell’eliminazione in conformità alle norme sulla privacy.
In conclusione, il recruiting da remoto offre numerosi vantaggi per le aziende e candidati. La trasformazione digitale e l’adozione di strumenti innovativi semplificano le operazioni, consentendo una maggiore flessibilità, una riduzione degli errori e un controllo più efficace dei processi. Grazie alla digitalizzazione, è possibile ottimizzare il tempo e le risorse impiegate, garantendo una maggiore efficienza e facilitando la gestione dei dati e delle comunicazioni con i candidati. La remotizzazione del recruiting rappresenta un passo fondamentale per rimanere competitivi in un mondo del lavoro in costante evoluzione, consentendo alle aziende di attirare i migliori talenti e di adattarsi alle nuove dinamiche di un ambiente di lavoro sempre più digitale e globale.