Il mondo della selezione del personale, in costante evoluzione e spesso soggetto a pressioni temporali stringenti, può lasciare i professionisti esausti e a rischio di burnout. Le conseguenze di questo fenomeno si riflettono sia sulla vita privata dei lavoratori, che sulla loro produttività sul luogo di lavoro.
In passato abbiamo già esplorato a fondo i sintomi del burnout e le sfide quotidiane che i recruiter devono affrontare nel loro lavoro. L’obiettivo di questo articolo è quello di delineare soluzioni concrete per contrastare lo stress lavoro-correlato, mettendo in luce l’importanza cruciale di preservare il benessere e la salute mentale dei professionisti delle Risorse Umane.
Alcune soluzioni pratiche per ridurre lo stress dei recruiter
1. Conoscere il “candidate type” e utilizzare i canali adeguati
Il confronto con pochi candidati idonei può essere fonte di stress. Assicurati di conoscere il tuo “candidate type” e utilizza i canali di reclutamento adatti per raggiungere il pubblico giusto. Scrivi descrizioni di lavoro chiare e coinvolgenti per attirare candidati qualificati e in linea con le tue ricerche.
2. Valutare gli strumenti adeguati
Assicurati di utilizzare gli strumenti di recruiting giusti. Con l’aiuto di tool digitali all’avanguardia puoi velocizzare e semplificare i processi di selezione e svolgere il tuo lavoro con più tranquillità. Suggerisci ai tuoi superiori di valutare l’acquisto di un software ATS nel caso in cui la tua azienda non l’abbia ancora adottato.
3. Automatizzare attività ripetitive
Grazie ad un software ATS potrai automatizzare le attività ripetitive che consumano molto tempo e spesso rappresentano una fonte di stress. In questo modo avrai più tempo per dedicarti ad altri compiti, per i quali il tuo intervento è essenziale.
4. Migliorare la comunicazione interna
Se hai a disposizione un software per la selezione del personale, potresti utilizzarlo anche per ottimizzare la comunicazione all’interno del team di recruiting. Puoi semplificare la condivisione di informazioni, richiedere l’autorizzazione o la valutazione al tuo manager in modo più veloce e usare le note di team per scambiare appunti con i colleghi.
5. Centralizzare i dati
Grazie ad un tool di recruiting, tutte le informazioni di cui hai bisogno per svolgere il tuo lavoro saranno raccolte in un’unica piattaforma. In questo modo avrai più controllo sui dati e sulla loro corretta conservazione e cancellazione.
6. Fissare obiettivi chiari e raggiungibili
Affronta le sfide legate a scadenze stringenti con strumenti di analisi e reportistica che consentono una pianificazione più efficace. Inoltre, obiettivi irraggiungibili possono portare a sentimenti di stress o a una totale mancanza di motivazione. Un’alternativa migliore è impostare obiettivi di performance di recruiting che siano SMART: specifici, misurabili, raggiungibili, pertinenti e vincolati al tempo.
7. Optare per modalità lavoro flessibili e ibride
Le opzioni di lavoro flessibili sono parte di un sano equilibrio. La pandemia ha cambiato le circostanze per molti di noi, costringendoci ad adattare come gestiamo la cura dei bambini, le ore lavorative, i pendolarismi, e altro ancora. Grazie all’adozione di strumenti giusti, i recruiter possono tranquillamente svolgere il loro lavoro da remoto avendo l’opportunità di organizzare i propri impegni in modo più libero e svolgere i propri incarichi con minore pressione e stress. Fai presente ai tuoi manager che una maggiore flessibilità ti consente di lavorare in modo più sereno e di essere, in realtà, più produttivo/a!
Per concludere
Prevenire il burnout nei recruiter è fondamentale per garantire un ambiente lavorativo sano e produttivo. Per farlo è necessario adottare delle soluzioni concrete, ovvero investire in strumenti adeguati, affrontare i problemi interni, stabilire degli obiettivi chiari e raggiungibili, ma soprattutto promuovere una cultura aziendale orientata al work-life balance e al benessere dei dipendenti.